I confini possono essere dei limiti?

Come ampliare gli orizzonti valorizzando ciò che ci circonda.

Dal webinar realizzato il 30 aprile sul come riaccendere i motori dell’Hotel e del settore dell’Hospitality, sono emersi molti dubbi comuni tra gli albergatori che ci hanno seguito tra i principali come l’ipotetica presenza di turisti, valutare chi realmente sarà disposto a viaggiare, quanto budget potrà investire nel “progetto vacanza”, chi per necessità di lavoro riprenderà a farlo, come, quando? Tutti misteri ad ogni ancora irrisolti.

La nuove modalità di lavoro ci hanno forzati ad abbandonare e cambiare le vecchie abitudine e hanno trasformando anche le persone, future viaggiatrici, sia pleasure che business, lasciando intravedere solo grandi incognite sul futuro.

È indubbio che  tutto questo si rifletterà nel mercato dell’ospitalità  e oltre a realizzare le modifiche necessarie (scrivici per ricevere la guida ) cosa cambierà ancora? Forse alcune risposte le troveremo solo con il trascorrere del tempo, sperimentando , affrontando  e testando nuove soluzioni.

Tra le domande e gli argomenti trattati c’è uno che ha particolarmente destato il mio interesse: il confine del territorio.

Quanto un confine può segnare davvero il limite per chi viaggia?

Sia chi ama viaggiare sia chi fin ad oggi era spesso in hotel per lavoro,  si è abituato a non avere limiti ma solo orizzonti, non c’è regione né nazione ma tutto è Mondo.

L’hotel rappresenta per quei giorni di vacanza  una casa dove rilassarsi dopo una giornata trascorsa  a vedere cose nuove, lontane dalla routine, un punto fermo situato in un luogo ancora sconosciuto. L’hotel ed il suo staff iniziano, giorno dopo giorno, a diventare persone e luoghi personali, anche i rapporti che si creano con lo staff di animazione spesso si protraggono per anni e intere famiglie iniziano a considerare quell’hotel “casa”.

L’hotel è sempre più uno spazio familiare, soprattutto per i clienti abituali, anno dopo anno la gentilezza , apparentemente obbligatoria, dell’accoglienza si trasforma in calore umano sino a diventare affetto.

Ma anche chi viaggia per lavoro è abituato a considerare la camera d’albergo un rifugio, uno spazio dove rilassarsi e confidare le vittorie degli obiettivi raggiunti dopo un meeting , i nervosismi causati dai problemi avuti in  giornata, l’hotel è un luogo personale dove richiamare la famiglia e i propri cari, dove staccare la spina e sentirsi in pace e piacevolmente lontano da tutto.

Allora come si può attrarre oggi un turista ? Come fare per superare o abolire i confini? Come incentivare perché venire nel tuo hotel?

Iniziando a ragionare per orizzonti.

Diventare noi stesse viaggiatori in  terre apparentemente conosciute e che quotidianamente ci circondano. In questi giorni abbiamo iniziato a dare maggiore  valore alle persone che ci circondano, al trascorrere del tempo, adesso è giunto il momento di valorizzare anche il nostro territorio.

Oggi l’albergatore per affrontare questa nuova tipologia di vacanza può trovare un grande alleato in una realtà data speso per scontata: il  territorio.  

Iniziare a guardare ciò che circonda i confini dell’hotel con occhi nuovi, amplificando il concetto di marketing esperienziale.

Abbiamo la grande fortuna di vivere in un Paese che ha la maggiore differenza di monumenti al mondo, tra storia, arte, cultura, idiomi, dialetti, paesaggi, prodotti tipici ogni angolo della nostra Italia  può definirsi unico e differente anche dal paesino confinante. Quindi, perché non trasformare i limiti territoriali imposti in opportunità ?   

Fare un uso vivo delle risorse patrimoniali che ci circondano, facendo in modo di instaurare una relazione tra turismo ed ospitalità, garantendo l’innalzamento del livello della qualità del soggiorno  e amplificando l’esperienza  vacanza.

Inoltre aumentando la partecipazioni delle realtà circostanti al mercato dell’ospitalità, creando una vera collaborazione tra imprenditori e imprese locali, valorizzando il turismo e le differenti risorse locali, si otterranno contemporaneamente diffusione del valore della cultura  e benefici economici condivisi.

Prerequisito essenziale a tal punto diventa la costruzione sociale di una rete locale volta all’acquisizione di una coscienza territoriale capace di interpretare il patrimonio identitario culturale di ogni singola realtà.

Ma come fare?

Iniziare da un’analisi dei reali vantaggi, opportunità e differenze territoriali tali da definirsi uniche. Monitorando e individuando le attrattive, anche artificiali, che compongono il paesaggio che ci circonda, considerando le risorse naturali e culturali. Facendo una sorta di analisi SWOT territoriale, volendo usare tecnicismi.

Un contributo alla loro individuazione può essere assicurato da una strategia di marketing territoriale, una politica di destination marketing, orientata a valorizzare risorse specifiche fruibili dai turisti e contestualmente incentivando  nuovi interessi tipici del territorio.

Pertanto le attività di promozione non possono solo limitarsi ai propri servizi e a fattori puramente settoriali, ma debbono includere strategie di valorizzazione delle specificità locali ispirate a logiche integrate di sviluppo e diffusione del territorio che ci circonda.

Come sempre non esiste una ricetta specifica valida per tutti, ogni strategia deve essere personalizzata ma la bellezza di vivere in un territorio così variegato e ricco  dà l’opportunità ad ognuno di scegliere ciò che ritiene coerente con la proprio value proposition, ciò che può essere ricchezza per una struttura probabilmente non lo sarà per un’altra, ciò che può essere interessante per un target non sarà lo stesso per un altro. Permettendo così ad ognuno di personalizzare il proprio “pacchetto”  vacanza.

E tu dove vivi? Quali unicità ti circondano?